Certo che ieri sera dopo un bel pendolarismo arrivo a casa e su La 2 (Tv svizzera) mangio e piatto alla mano mi godo il quarto di finale di Wimbledon 2015 tra Stan Wawrinka e l’ex enfant prodige francese mai sbocciato Richard Gasquet.
Siamo 2 set a uno per Stan che aveva perso il primo. Mi dico “Ok nessun problema, la porta a casa in 4 set”; fatto sta che si va a quinto perchè per gli svizzeri ,che sognano la finale rossocrociata a Londra, il loro beniamino stecca col rovescio regalando un sacco di errori forzati contro i pochi del francese, altro genio sopravvissuto ai bimani.
Mi godo un rally point tutto sulla diagonale del back di più di una ventina di colpi e poi mi dico “certo , nonostante tifi Wawrinka, sarebbe bello che il francese si riprendesse un po’quella fortuna e talento che tanto precoce arrivò quanto si arrestò a 16 nel 2002”
Si dai cambio sponda e tifo Francia (tanto domani cioè oggi è il 9 luglio e noi siamo stati campioni del mondo nel 2006 :-))
Il buon Richard Gasquet sembra accarezzare l’idea perchè al quinto brekka Stan portandosi sul 5-3 con servizio alla mano; ma Stan fa i miracoli fa contro break e tiene il servizio successivo a zero. Tutto sbagliato e tutto da rifare; fortuna che a Londra non c’è il tie-break. I due lottano con le loro appendici a colpi di rovescio stretto e il primo che molla è Stan che sempre in recupero si trova 9-10 e 0-40. Partita finita e Gasquet in semifinale per la gioia di Nole che proprio non digerisce Stan.
A ventinove anni appena fatti di cui 13 sul circuito atp , Gasquet è appena alla sua terza semifinale slam dopo Wimbledon 2007 dove aveva ancora 21 anni e venne annientato dal King dopo aver vinto con Roddick e poi dello US Open di un paio di anni fa. Bella carriera con 12 titoli all’attivo ma poco per un bimbo che a 9 anni stava già sulle copertine del tennis e a 13 si mangiava a colazione il coetaneo Nadal strapazzandolo a destra e a manca.
Il fisico, la schiena, la coca affair del 2009 sono solo “incidentali” avvenimenti di una carriera mai sbocciata fino in fondo e che probabilmente ogni sera gli lascia qualche rimpianto prima di addormentarsi.
Ma il francese non ha smesso di sognare e ora ha la sua grande occasione della vita, forse l’ultima per diventare quello che tutti gli pronosticavano in fasce… essere un uomo da slam, forse un one man slam.
Cosa importa, intanto il piccolo Richard sogna in attesa della semifinale con Nole Djokovic. London Calling!