A lezione dal sorriso di Nadia Fanchini la “guerriera”

nadia-fanchiniVenerdì 13 è stata per il sottoscritto una giornataccia dal punto di vista umano e professionale; non entro nei dettagli ma nella vita capita, non vorresti ma accade che le tue sicurezze ed il famoso “castello” che ti sei costruito negli anni vengano giù come neve al sole.
Il fastidio si mischia alla rabbia e sentimenti ambivalenti ti pervadono gran parte del corpo e dello spirito. Perdi per qualche istante la tua collocazione nella sfera di vita che padroneggi e ti chiedi che reazione poter dare a te stesso e a chi ti sta attorno.

Poi accade che domenica si “spacca” per l’ennesima volta Nadia Fanchini, la sciatrice azzurra di Artogne (BS) vincitrice di due medaglie mondiali in discesa.
Per chi mastica un pochino di sport come il sottoscritto , non può che accostare la Fanchini a ginocchia e legamenti; si come dice lei stessa “ho misurato col corpo gran parte delle piste di coppa del mondo”.
Ed è vero, tra il 2010 ed il 2011 le sliding doors della vita e delle piste le hanno procurato la lesione dei legamenti crociato anteriore, crociato posteriore e collaterali delle ginocchia il primo anno e la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro il successivo anno.
Ma questa ragazzina oramai trentenne non ha mai mollato pur in seguito non potendosi più allenare a dovere causa dolori; è tornata tante volte a gareggiare alternado momenti di pianto a gioie.
Fino a ieri, a quel “dolore nuovo e atroce” come dice lei stessa della rottura dell’omero generata dall’impatto con una porta a 90 all’ora; poi lo accetti financo a scherzarci sopra ripete.
Lo sport, la vita a volta sanno essere crudeli al di la del merito e delle scelte. Per dirla come gli americani “shit happens” e non sono colpe e meriti a decretarlo.
Alla fine faccio mie (e vostre) le parole della sciatrice di Montecampione, località oramai dove ora la neve fa fatica ad arrivare e che rimane più celebre per una delle più belle imprese del pirata Marco Pantani al Giro d’Italia 1998

“Lotterò come sempre. Ho tanti conti in sospeso, comunque andiamo avanti”
“Alla fine c’è di peggio, cercherò di lottare come sempre ho fatto. L’anno prossimo c’è l’Olimpiadie.- E io ho tanti conti in sospeso, comunque andiamo avanti”
Alla fine abbiamo in tanti dei conti in sospeso e la vita la si può affrontare positivamente in due modi ambivalenti l’un l’altro: con la tenacia e la grande forza di rivalsa , ma anche con la leggerezza che ti permette sempre di avere uno sguardo superiore rispetto agli accadimenti che come tali vanno presi per quelli che sono senza sovrastrutture mentali che ammazzano anche un rinoceronte.
Ci si rimette in piedi solo dopo essere stati atterrati moralmente e fisicamente. E questo il più grande auguri a tutti i “fanchini” che ad oggi hanno lo sguardo rivolto a terra.

Non è motivazionalismo guru del cavolo… è la realtà che è fatta di caparbietà. Quando capiterà di stare bene, perchè capiterà, bisogna ricordarselo.

Cheers (con il sorriso della Fanchini con Foto Credit Neveitalia)

A lezione dal sorriso di Nadia Fanchini la “guerriera”ultima modifica: 2017-01-16T13:03:12+01:00da prev78
Reposta per primo quest’articolo