Diciamo che Simon Gerrans (Foto Pagina Facebook Milano Sanremo) non è un carneade; l’australiano di Melbourne quest’anno ha vinto la prima corsa pro tour dell’anno, il Tour Down Under ed è uomo capace di vincere nelle volate dei grandi giri. Ha pure l’esperienza dei trent’anni e la preparazione di questo team australiano , la Green Edge. Anche per questo è uno che merita di essere nell’albo doro dei vincitori della Milano Sanremo.
In fondo è anche bello così, che vinca la Sanremo uno sconosciuto ai più e neanche in volata. O preferivate gli arrivi annunciati di Zabel? Tutto sommato lui ha fatto il suo dovere: sul poggio ha puntato la ruota migliore e annunciata dell’attaccante Nibali ed in volata ha fatto finta di dare due cambi al cannibale Cancellara.
La corsa, come hanno detto Pozzato e Freire all’arrivo l’hanno sbagliata la Liquigas e lo stesso Lucano-Bernese; con un Sagan così, Goss in fondo al gruppo e Boonen a metà del guado tu mandi avanti Nibali anzichè preparare la volata allo slovacco? Te la vai a cercare se poi ti viene dietro Cancellara. Risultato Tezo Nibali sui primi tre all’arrivo e quarto Sagan vincitore dello sprint di gruppo. E’ evidente che qualcosa non è andato,anche senza interrogare Filippo e Oscarito.
E’ evidente anche che oggi Peter avrebbe potuto fare come a Chieti ma la sgridata di Nibali lo ha bloccato e non gli è andato dietro sul Poggio (roba del tipo “va beh vuoi fare tutto da solo? arrangiati io faccio come dici te e se perdi e io arrivo primo del gruppo la colpa non è certo mia”).
Gli errori di Cancellara sono due, di cui il primo veniale: se fosse scattato lui prima di Nibali sarebbe andato via da solo e saluti a tutti quanti come nel 2008, secondo errore nel lungomare dove il delirio di onnipotenza (ne ha ben donde per carità) lo ha caricato di troppe responsabilità. Fabian ricordati che te una l’hai vinta, a Gerrans quando ricapita: aveva da perdere più lui di te. Sarà un modo di pensare italiano e speculativo ma “piuttosto che portare te al traguardo, perdiamo tutti quanti – tanto io di corse ne vinco lo stesso (e ho pure Bennati dietro in forma – ndr 9o all’arrivo)”. Se la mettevi così magari arrivavi decimo in gruppo ma sicuro non eri battuto già ad un km come oggi dove era certo che Gerrans ti avrebbe saltato in volata.
In tutto questo rimane una splendida classicissima la Sanremo, incerta fino alla fine e con un ordine d’arrivo da paura (con sesto un redivivo Pozzato e settimo l’eterno Freire, ottavo Ballan (BMC altra tattica suicida) e nono Bennati) e poco conta se il primo nome è un australiano poco quotato; vuol dire che tatticamente lo ha meritato.
Oggi a ulteriore dimostrazione che si vince con la forza propria e della squadra ma soprattutto con la testa. Questi australiani sono come gli squali delle loro parti ed hanno preso da noi europei quella furbizia che una volta ci contraddistingueva.