Giro d’italia curiosità – Davide Cassani: lo sapevate che…

bianchi_ducati.jpgCurisità dal Giro d’Italia. La parola a Davide Cassani  , ex ciclista e ora commentatore Rai che ci spiega un po di cose che non tutti sanno (intervista tratta da Voce Arancio Magazine di ING direct) : «Una squadra al Giro d’Italia è composta da 9 corridori. Ogni ciclista ha in media tre bici, i capitani possono arrivare anche a quattro». Quanto costano queste bici? «Una bici da corsa professionale costa dai seimila ai novemila euro». Che fine fa dopo la gara? «Non viene buttata via. Può essere usata anche nelle corse successive. I componenti devono naturalmente essere sostituiti, ma il telaio può durare fino a 4-5 mesi». I ciclisti se le tengono? «Non direi che i ciclisti si affezionino sempre alle bici. Magari si tengono quella con cui si è vinto qualcosa d’importante. Poi ci sono casi limite: il tedesco Erik Zabel le conserva tutte, potrebbe farci un museo».

Alessandro Ballan tiene dentro una teca in salotto la bicicletta con cui vinse il campionato del mondo a Varese, nel 2008.

In Italia nel 2007 sono state prodotte 2.520.000 biciclette. Di queste, 1.357.991 sono state esportate. Ne sono state importate 827.080. Totale di bici disponibili sul mercato interno: 1.989.089. Il picco massimo di produzione di biciclette in Italia si è avuto nel 1994: 5.800.000 (dati Ancma, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori).

Il giro d’affari legato all’export di bici nel primo semestre 2008 è stato di 70.221.607 euro. Nello stesso periodo si sono esportate parti di bici (pedali, telai, manubri, cerchioni ecc.) per 213.551.265 euro (dati Ancma).

Delle biciclette prodotte nel 2007, il 51% era di modelli per ragazzo, il 25% di mountain bike, il 20% di bici da città, il 4% di bici da corsa.  (dati Ancma).

Royal Dutch Gazelle, la più famosa fabbrica olandese: 350 mila bici l’anno, fatturato di oltre 12 milioni di euro.

Ernesto Colnago, classe 1932, produttore di bici, parla con le sue creazioni (le chiama “le ragazze”). Una volta gli era capitata una bicicletta che non «andava d’accordo» con Eddy Merckx. Allora lui l’accarezzò prima di ammonirla: «Ti avverto, pischella, come ti ho creata ti distruggo! Prova ancora a far arrabbiare Merckx e ti strappo i freni e me li mangio».

Legambiente dice che in Italia si usa la bici per il 3,8% degli spostamenti urbani. In Francia la percentuale è del 3%, nel Regno Unito del 2%. Quelli che usano di più la bicicletta sono: olandesi (nel 27% degli spostamenti), danesi (18%), svedesi (12,6%), belgi e tedeschi (10%), svizzeri (9%), finlandesi (7,4%), irlandesi (5,5%). Tra le città italiane ci sono fortissime differenze: Milano segna un 6,6% di spostamenti in bici, Torino e Firenze il 6%, Roma lo 0,5%, contro il 28% di Ferrara, il 25% di Parma o il 24% di Bolzano.

Il comune di Giakarta, più di otto milioni di abitanti, per contrastare l’inquinamento ha obbligato tutti i dipendenti pubblici a recarsi al lavoro in bici.

Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha promesso agli abitanti della città tremila chilometri di piste ciclabili entro venti anni. In un anno a New York il numero dei ciclisti è aumentato del 35%.

Secondo Legambiente le piste ciclabili in Italia tra il 2000 e il 2007 sono passate da circa 1.000 chilometri a oltre 2.400.

L’Olanda ha 22 mila chilometri di piste ciclabili, New York 270 chilometri. A Roma sono appena 45.

In Italia si pedala in media per 400 metri al giorno, contro i 2,6 chilometri quotidiani dei danesi e i 2,3 degli olandesi.

Giovanni XXIII chiese a Bartali d’insegnargli ad andare in bici: «Voleva perdere qualche chilo pedalando su e giù per i viali vaticani».

Quanti ciclisti ci sono in Italia? I tesserati nelle varie federazioni sportive sono circa 170 mila. Sugli amatori e su quelli che prendono la bici per girare in città non ci sono dati precisi. Secondo le stime di Italy Bike Hotels il turismo in bicicletta negli ultimi cinque anni in Italia è cresciuto del 10%. L’Italia è diventato il terzo paese europeo più percorso da turisti ciclisti, dopo Austria e Francia.

Quali sono i modelli più venduti? Risponde Simone Carbutti, erede dei fratelli Romolo e Remo Lazzaretti, che a Roma durante la Prima guerra mondiale aprirono il negozio-officina di bici che ancora oggi è punto di riferimento tra gli appassionati di ciclismo. «I clienti che vengono qui chiedono soprattutto le city bike che fabbrichiamo noi». Vi fanno richieste strane? «No, sulle city bike niente di eccessivamente vezzoso. La personalizzazione più spinta è per le mountain bike o per quelle da corsa». Che cosa chiedono? «Da un colore particolare fino al telaio fatto su misura». E come si fa un telaio su misura? «Abbiamo un centro di biomeccanica che prende tutte le misure antropometriche e poi si costruisce un telaio apposito». Quanto costa un telaio personalizzato? «Tra 1.400 e 3.000 euro». Per la città che altro offrite? «Le bici elettriche, che hanno sempre un buon mercato, anche grazie agli incentivi. E poi le pieghevoli». Pieghevoli? «Sì. Prima si compravano per tenerle sulle barche, dove occupavano poco spazio. Ma adesso vanno bene anche uso “casa-lavoro”: si piegano e si mettono tra le gambe in autobus o accanto alla scrivania».

La bici più costosa del mondo, costruita in dieci esemplari, placcata in oro 24 carati e incrostata da 600 cristalli Swarovski. Sellino Brooks in pelle, rifiniture in cuoio, uno scudetto con foglia d’oro davanti al manubrio. Costo: 80.000 euro. Pù economica la versione senza Swarovski: 20.000 euro (solo 50 esemplari).

Terence Hill coi primi soldi guadagnati recitando (a dodici anni, nel ruolo di un giovane capobanda in Vacanze con il gangster diretto da Dino Risi) comprò una bici. Costo: 12 mila lire.

Gugliemo Marconi regalò alla fidanzata Beatrice O’Brien una bicicletta. Su consiglio della futura suocera ci aggiunse anche un diadema di brillanti brasiliani.

Alfonsina Strada, nel 1905, all’età di 14 anni ricevette una bicicletta come regalo di nozze: fu la prima donna al Giro d’Italia, nel 1924. Alla prima tappa, Milano-Genova, arrivò con due ore e mezza di ritardo (una quindicina di concorrenti maschi fecero peggio di lei); il distacco restò sempre attorno alle due ore, fino alla tappa tra L’Aquila e Perugia, 296 chilometri, quando toccò il traguardo fuori tempo massimo, 4 ore dopo il piemontese Giuseppe Enrici, poi vincitore del Giro. Messa fuori gara, continuò ugualmente a correre: nell’ultima tappa, la Verona-Milano, arrivò a mezz’ora dai primi ma al Velodromo Sempione ricevette un’ovazione interminabile.

Mario Labadessa cura il sito bicidepoca.com e fa anche consulenze per il restauro e la conservazione di biciclette. Quanto vale una bici antica? «Dipende dalla marca, dal modello e dallo stato di conservazione. Per esempio un biciclo del 1870, in buono stato, può valere anche 5-6.000 euro. E consideri che di bicicli ne furono fabbricati parecchi. Oppure una Bianchi da passeggio “tipo Impero” ben conservata, con tutti i pezzi originali, vale anche 1.400 euro». E quelle dei campioni? «Anche lì è difficile da dire. La Bianchi con cui Coppi vinse la Parigi-Roubaix nel 1950 direi intorno ai 2.000 euro». Chi vuole avvicinarsi al mercato delle bici d’epoca cosa deve assolutamente sapere? «Che la differenza spesso la fa il restauro. Se è conservativo, cioè cura la bici d’epoca lasciando i pezzi originali, la vernice ecc., è meglio e la bici vale di più. Invece alcuni ridipingono, cambiano i pezzi e tolgono l’usura. In questi casi la bici d’epoca perde il suo valore». Lei colleziona? «Sì. Facevo il bancario, ma la bicicletta è la mia passione da sempre». Pezzo più pregiato? «Un velocifero. Può valere anche 25.000 euro».

A sessantasette anni lo scrittore russo Lev Tolstoj imparò ad andare in bicicletta. Fino a ottant’anni fu visto curvo sul manubrio, a girovagare per la campagna russa.

«La bicicletta è una linea retta con l’infanzia» (Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia, Pratiche Editrice).

Il divertimento continua sullo Speciale Giro che Liberty pubblica per voi

Giro d’italia curiosità – Davide Cassani: lo sapevate che…ultima modifica: 2009-05-15T12:46:09+02:00da prev78
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3 pensieri su “Giro d’italia curiosità – Davide Cassani: lo sapevate che…

  1. caro cassani sono un amatore di ciclismo da tanti anni, oggi il giro passa per maddaloni, ti voglio ricordare che il tratto maddaloni in particolare via Libertà e Caudina è molto dissestato
    sono preoccupato per i ciclisti perchè possono incappare in una brutta caduta, se puoi avvertili che devono stare attenti in quel tratto, inoltre speriamo che non piove altrimenti saranno guai sul tratto di via cancello Maddaloni perchè quanto piove si formano varie pozzanghere e poterbbe essere pericoloso per i ciclisti speriamo bene A.Ventrone

  2. Buon giorno a tutti innanzitutto sono un ciclista Amatoriale che ogni anno da anni percorre circa 5000 km con la mia bici, mi piacerebbe sapere se c’è una statistica di quante persone durante la settimana vanno in bici x divertimento oppure x allenamento, x poter studiare un prodotto assolutamente naturale senza conservanti fuori dell cartena del freddo facile da prendere quando si è in bici visto che si hanno le mani sul manubrio ,senza che usi sostanze nocive al corpo ma che dia energia immediata e non abbia controindicazioni viste le moltissime allergie .Attendo vostri commenti e aiuti
    Giancarlo

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