I momenti zero del ciclismo come punto di ripartenza dal doping non si contano più. Ieri abbiamo avuto l’ennesimo, si spera l’ultimo anche se la storia malauguratamente si ripeterà, bisogna essere onesti. Le medie delle tappe e soprattutto delle salite dimostrano che si va più piano di 15 anni fa nonostante i mezzi tecnici abbiano fatto passi da gigante ma si sa, il doping è sempre più avanti dell’antidoping.
Sembra tuttavia che sia mutata un po la testa dei corridori; lo dimostra una riunione dell’asso corridori che ha duramente condannato Di Luca ed il doping ; parole di fuoco che seguono quelle di Scinto e dell’intero gruppo. Un biasimo del genere era impensabile fino a poche stagioni orsono.
Ciclisti, ne angeli nè demoni, soltanto uomini che agiscono per opportunità ed interesse oltre che per coscienza; con adeguati reterrenti (pene come la radiazione) oltre che metodi (i controlli a sorpresa oltre al passaporto biologico) e tipologie di controlli antidoping sempre più in grado di rintracciare manipolazioni; grazie a tutto ciò le nuove generazione crescono con una educazione “civica” che non li rende magari migliori di chi li ha preceduti ma coscienti del fatto che “ORA” il gioco non vale più la candela, almeno ad altissimi livelli.
Tornando all’attualità, non mi sorprende che proprio Di Luca ci sia ricascato (cera nel 2009 e secondo posto al giro tolto a tavolino). L’abbruzzese , fino ad oggi il vincitore più meridionale del Giro d’Italia, fa parte di una generazione (passato pro a cavallo del 98/99 dopo che ai mondiali under 23 finì alle spalle di Ivan Basso) che gioco forza ha dovuto subire il doping negli anni della sua massima manifestazione in termini di pratiche ; anche quella è cultura e quando per una vita ne fai uno strumento per raggiungere il tuo risultato difficilmente ne torni indietro proprio perchè la consideri una semplice pratica di lavoro. Non riesci a vederci illecità e neppure a vederne i rischi per la salute oltre che per la faccia (nel senso che un epilogo così di carriera cancella una carriera – chiedere ad Armstrong).
Si proprio Armstrong , che ieri ha twittato “so di non essere credibile ma tu Di Luca, sei così fottutamente stupido?”. Interpretiamo il texano pensiero “ascolta bello ma non ti sei reso conto che il mondo è cambiato?!”; dietro quel tweet non c’è biasimo ma stupore verso uno che ha sbagliato procedeura.
Nibali ieri con quello scatto negli ultimi km delle Tre cime di Lavaredo ha voluto significativamente tirare uan riga su quel mondo (mi rimane un lecito dubbio, essendo pro da qualche annetto) , sul maltempo e su Di Luca . oggi a Brescia sarà il vincitore più meridionale che il Giro d’Italia abbia avuto. In attesa di vedere sul podio qualche ragazzo della “resistenza” e dell’educazione civica post “liberazione” doping.