Gianni Bugno del sindacato Ciclisti Pro: “gli Asini non possono diventare cavalli con le medicine”

1_14593_bertolinin_legge_la__gazzetta_prima_del_via_.jpgInnanzi tutto riportiamo il comunicato stampa del CPA (Cycling Pro Association) dopo le rivelazioni dei nomi in merito al ritrovamento di Epo in campioni di urine del Tour 1998 rielaborati con test più avanzati a cavallo del 2000

Il CPA constata che la Commissione d’inchiesta del Senato alla fine ha scelto di non pubblicare l’elenco dei nomi dei corridori presumibilmente testati positivi per EPO durante il Tour de France del 1998 e del 1999, ma che la Commissione ha comunque fornito prove per consentire agli osservatori di accusare, sotto la loro responsabilità, alcuni corridori.
Il CPA ricorda che i risultati pubblicati non possono in alcun modo valere come riconoscimento di doping. La Commissione d’inchiesta stessa sottolinea negli allegati della sua relazione “che nessuna sanzione può essere presa sulla base di tali elementi da uno studio a scopo scientifico e pubblicato 15 anni dopo i fatti” e il relatore ha ricordato durante la conferenza stampa che questi elementi non costituivano “una lista di sportivi” e che conveniva essere “estremamente prudenti e cauti nell’uso” degli stessi.
La Commissione ha allegato alla sua relazione la lettera con cui il CPA, attraverso la voce dei suoi avvocati, aveva evidenziato gli argomenti che dovevano condurre a non pubblicare elementi la cui affidabilità e accuratezza non potevano essere garantiti.
Il CPA si rammarica per la pubblicazione di questi elementi che tornano, nonostante tutte le riserve della Commissione, a screditare gli ex corridori per dei fatti risalenti a più di 15 anni fa. Non lasciando loro alcuna possibilità di difendersi e di contestare la loro messa in causa soprattutto in assenza di possibili contro-perizie, come il CPA affermava già nel suo comunicato stampa del 18 luglio scorso.


Stamane lego inoltre un breve estratto dell’intervista a Gazzetta di Gianni Bugno, presidente del C.P.A. (Associazione dei Corridori Professionisti).
Sono concorde sul discredito buttato addosso ai corridori soprattutto se, come più volte detto, questi non sono test antidopoing.
Mi lascia invece perplessa la sua frase “gli Asini non possono diventare cavalli con le medicine”

Sei sicuro Gianni? Proprio tu corridore di gran classe e talento fin da giovane e con un percorso di crescita lineare non ti sei sentito un po tradito quando il “mulo” Bjarne Riis ha cominciato a fare il Varenne.
Stabilire chi in quegli anni non corresse alla pari è arduo ma quando leggo “nessuna traccia sul velocista Jan Svorada, uno che si sapeva che giocava pulito” mi piace dirlo.

Gianni Bugno del sindacato Ciclisti Pro: “gli Asini non possono diventare cavalli con le medicine”ultima modifica: 2013-07-25T11:06:32+02:00da prev78
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