Davide Santon: la patente me l’ha già data Mourinho

Davide_santon.jpgMolto bella questa intervista del bambino (la foto è di Pro-evolution 2009) rilasciata a Gazzetta di cui sotto. Le cose più interessanti?

Non ha ancora la patente ma sta con la ex di Balotelli. Carattere e tenacia del ferrarese ex bimbo prodigio del Ravenna.

“Dovevo dare l’esame il 31, per la gioia di quelli che sono ancora costretti a scarrozzarmi su e giù alla Pinetina, ma adesso quel giorno ho un altro impegno…”.

Santon, si sente davvero un predestinato?
“Diciamo che credo al destino e al fatto che ognuno di noi possa essere nato per fare qualcosa di specifico. E che mi sono capitate cose per cui mi sono detto: ma allora doveva proprio succedere”.
Tipo?
“Partita con la Primavera, Filippini espulso, da esterno di centrocampo arretro a fare il laterale destro: non mi sono più mosso da lì. Bernazzani deve portare un terzino ad allenarsi con la prima squadra e sceglie me. Mourinho a destra ha Maicon e un giorno decide di provarmi a sinistra”.
E’ lui il suo uomo del destino?
“Quello che l’ha indirizzato di più, forse. Prima di lui mio padre, per quanto ha fatto per me fuori dal campo; e poi tutti gli uomini del settore giovanile dell’Inter: dev’essere destino anche che io sia qui, oggi”.
Perché?
“Giocavo negli esordienti del Ravenna, a 10 anni feci un provino per l’Inter che poi, quando avevo 14 anni, scrisse: lo vogliamo. Due giorni dopo arrivò lo stesso foglio del Milan: allora avevo qualche simpatia rossonera, ma avevo già scelto l’Inter. Perché il cuore può cambiare e ora, per come mi sono trovato qui, non andrei mai dall’altra parte”.
E uno sgarbo gliel’ha già fatto.
“L’anno scorso con gli Allievi: una doppietta giocando da punta. Niente di strano: quando ho iniziato facevo l’ala destra, l’ala sinistra e anche il centravanti”.
E oggi si sente sempre un laterale destro?
“Il mio ruolo resta quello, ma ormai destra o sinistra non mi fa quasi più differenza. Anzi, se con l’Under 21 giocherò a destra mi farà quasi un po’ strano, ma è come andare in bicicletta: non si disimpara”.
E l’inno italiano l’ha imparato bene?
“Lo so e martedì lo canto anche. L’Under 21, porca miseria: il mio vero debutto azzurro, Mourinho direbbe “Fantastico””.
La prima cosa importante che le ha detto Mourinho?
“Il lunedì prima di Inter-Roma di Coppa Italia, io e lui soli nello spogliatoio: “Dopodomani sei titolare. E non dirlo a nessuno, neanche ai tuoi genitori”.
E la cosa che le dice più spesso?
“Vai così, bambino”. Mi piace quando mi chiama così, e in fondo anche quando mi fa una testa così sull’importanza delle diagonali.
Il suo complimento più bello?
“Quando in conferenza mi ha chiamato fenomeno: per me ha esagerato, ma sono cose che fanno piacere”.
Il miglior consiglio dato da un compagno?
“Cambiasso: “Si vede che hai la testa sulle spalle: continua ad allenarti così”. Materazzi è stato più diretto: “Se non vai al Mondiale 2010, affacciati dal balcone e buttati giù”.
Ci spera?
“Lippi mi ha fatto dei bei complimenti: io cerco di fare le cose con calma, ma se mi chiama non gli dico di no…”.
Più facile che Santon si monti la testa o arrivi presto in Nazionale?
“Su una cosa metto la mano sul fuoco: resterò con i piedi per terra. Continuerò a non vedere l’ora di arrivare a casa per mangiare le lasagne di mia mamma e mia nonna, continuerò ad ascoltare mio padre, che mi ripete ogni giorno “Davide, guarda che non hai fatto ancora niente””.
Quando non gioca a calcio: un libro, musica, la playstation?
“Se devo essere sincero, playstation: una partita me la faccio sempre volentieri, ma non ho la “scimmia””.
C’è più adrenalina se: giochi contro Maldini; devi marcare Cristiano Ronaldo; vieni paragonato a Facchetti?
“Quel giorno contro Maldini non mi sembrava vero: il primo derby per me, l’ultimo per lui. Cristiano Ronaldo è sempre stato il mio idolo: se ci fossero stati ancora i poster, in camera avrei avuto il suo. E Facchetti, sono curioso di vedere come giocava: ho chiesto di avere un video con alcune sue partite”.
Le è capitato di farsi venire il dubbio: ce la farò?
“Credo venga più o meno a tutti: me lo faccio passare pensando che pochi giovani, anche se bravi, hanno la fortuna di poter giocare in un grande club”.
E il dubbio: mi sta succedendo tutto troppo in fretta?
“E’ successo tutto all’improvviso, ma non ho paura: me la vivo serenamente”.
Un po’ come si vive le partite: ma non le è mai capitato di stupirsi di se stesso?
“Non sapevo come può essere giocare davanti a ottantamila persone, sono entrato in campo e mi sono fatto coraggio così: “Ma cosa ci fa tutta ‘sta gente qui?”. Alla fine ho scoperto che non è poi così difficile: ho le mie emozioni, però mai davanti a tanta gente”.
E il cuore in gola, mai?
“Proprio in gola no, davvero. Io ragiono così: se giochi tranquillo, riesci a fare cose che non riusciresti a fare se fossi troppo teso. Certo, se tifosi e compagni ti danno una mano è più facile, ma un mio pregio è sempre stato quello: controllo le emozioni”.
E un difetto?
“Ora gioco a sinistra, dunque cerco di migliorare per controllare l’istinto che mi porterebbe a destra e per spostarmi più spesso la palla sul sinistro: se imparo a crossare bene con tutti e due i piedi, divento più imprevedibile”.
Santon e l’imprevedibile Balotelli: chi ha aiutato più chi?
“Mario mi ha aiutato a trovare la fidanzata, visto che sto con Sofia, la sua ex… Battute a parte, quello che Mario ha fatto l’anno scorso è stato uno straordinario esempio visivo; io credo di avergli dato qualche buon consiglio e di essergli stato vicino quando ha avuto quel momento un po’ così”.
Oggi Balotelli e Santon, e domani? Può fare tre nomi, pescando dal settore giovanile.
“Destro, Obi e Caldirola. E mi perdonino gli altri”.
Davide Santon: la patente me l’ha già data Mourinhoultima modifica: 2009-03-31T09:42:00+02:00da prev78
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