Non puoi dire sul serio? Lui si – John McEnroe. Libro e Recensione

macenroe.jpgMi viene un dubbio molto USA: non è che Bart dei Simpson sia stato creato da Matt Groening in quanto fan di tennis e quindi di John McEnroe?
Forse no, anche se non sarebbe male pensarlo visto che negli states il personaggio ha questo nomignolo in quanto “Brat” (in italiano “monello”, “discolo”, letteralmente “moccioso”) , proprio come il soprannome appiccicato sulla pelle di un dei più grandi campioni moderni di questo sport – John McEnroe dal Queens per l’appunto!


Ma andiamo con ordine. Complice il successo di Open di Andre Agassi (letto molto prima che sbancasse le classifiche questa estate – e quindi giusto un anno fa) sono stato attratto da un altro libro autobiografico sul tennis:

Non puoi dire sul serio

di John McEnroe
Edizioni Piemme
Pagine 378
Data di pubblicazione – Maggio 2012 (ma l’edizione originale – è del 2002)

Il titolo del Libro Non puoi dire sul serio”prende spunto dalla famosa intemperanza verbale di Super Brat quando a Wimbledon sbraitò a voce alta il suo “You cannot be serious!” al povero arbitro di turno.


Detto tra noi – e spero non mi senta visto il suo ego – John McEnroe probabilmente non è stato il miglior giocatore di tennis del pianeta in senso assoluto ma certamente è stato il primo che si è trovato nel mezzo della rivoluzione del Suo sport moderno nei mitici anni 80 assieme mi vien da dire a Michael Jordan, Magic per il Basket o Senna per la F1. Un po per questioni tecniche (ha vissuto il passaggio all’era Open del 78 e l’evoluzione dei materiali dalle recchette di legno a quelle in grafite nonchè il passaggio al gioco Serve and Volley di cui lui era ed è un maestro) ma anche per questioni di visibilità e marketing per cui i mitici 80’s furono un gran trampolino di lancio verso la globalizzazione moderna dopo un piccolo medioevo (da certi punti di vista ovviamente) degli anni 70. – Non un giudizio questo del sottoscritto, ma una semplice constatazione si intende –

 

Un’epoca, lasciatemi dire, florida dal punto di vista del business con i primi ricchi contratti delle case di abbigliamento, gli investimenti negli eventi in tv, ma un tempo ancora non  ancora intrappolato e popolato da Robot  e replicantu dell’ extra-professionismo come quella attuale. Dove si trovava si super esposizione mediatica soprattutto a livello di riviste più o meno patinate ma dove la teconologia non aveva ancora permesso il Grande Fratello a tutti i livelli. Allora si viveva e si giocava come dice in questa intervista.


Il libro è infatti intriso di ottimo tennis ed episodi e vite tipiche dello shobiz di quei tempi: 15 anni di circuito ATP , qualcosa come 154 tornei tra singolo e doppio. E una vita molto ricca e proiettata al futuro. “Sono abbastanza intelligente da sapere- dice Mac – che non ha senso guardare a quello che non si è fatto invece che a quello che si è fatto. Perdi la prospettiva, se ti paragoni con chi non è alla tua portata o con cui non ha senso paragonarsi” – ma aggiunge Però rimango uno che gioca a rete ; il mio stile è andare avanti, sempre avanti”

Vite da Star, rock and roll, feste e amici famosi (sembrano l’incipit di una barzelletta : eravamo a cena Io, Madonna, Tatum ONeal, Prince, Keith Richards.. e Chuck Norris…) oltre a qualche viaggetto in concorde (ve lo ricordate il super aereo che in 4 ore si faceva l’oceano – emblema anni 80 doc)  ma anche dei bei ricordi e travagli personali: dal divorzio dalla moglie (definita diamante grezzo) alle sconfitte e soprattutto alle litigate sul campo con mister simpatia Jimmy Connors e gli altri. Un grande rispetto per Borg (e anche Lendl – dotato di non eccelso talento ma di una fame ed attitudine al lavoro fisico molto moderna) ed il ricordo di Gerulaitis oltre alla grande passione per il doppio e la coppa davis che anestetizzavano i suoi eccessi di ira in quanto facente parte di una squadra. 

 

In sintesi un valido libro scritto a quattro mani con James Kaplan; tuttavia diverso da Open che oltre che ad essere scritto in maniera molto coinvolgente conteneva aspetti di Agassi del tutto inaspettati. Non mancano infine degli incroci narrativi (un gustoso aneddoto ai tempi in cui Andrè flirtava di nascosto con la Graf allora impegnata in un doppio misto con Mac che si infuriò per un forfait di quest’ultima).


Un solo piccolo rimpianto – non avere qualche anno in più. Avrei sicuramente apprezzato altri numerosi passi contenuti all’interno.


A compedio troviamo infine anche i 20 consigli di Mac per migliorare il tennis: uno è provocatoriamente intelligente anche se forse improponibile – ovvero il ritorno alle racchette di legno – esteticamente più belle e congegnali ad un gioco più puro di quello fatte con le “clave” moderne che inibiscono strategia e tecnica lasciando che i giocatori si scotennino da fondo campo.

 

Non volete farvi una lettura di una tale come questo ? Su dai non direte sul serio eh !? “Meglio essere vivi: soffrire, sentire, sbagliare. Non cerco scuse per i miei comportamenti. Cercavo me stesso. L’ho fatto con la racchetta in mano, e oggi anche senza. Ma io quelli che stanno buoni e zitti non li sopporto. Sul serio”

 

 

Non puoi dire sul serio? Lui si – John McEnroe. Libro e Recensioneultima modifica: 2012-10-04T08:05:00+02:00da prev78
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