C’era una volta un ragazzino di 17 anni – Roberto Mancini da Jesi a Bologna portato ancora bambino. Dopo la stagione 81/82 il suo presidente diceva che quel caschetto valeva molto più dei 5 miliardi che il mercato di allora gli assegnava. Anni dopo quel bimbo divenne per tutti bobby goal, talento del calcio italiano. Talentuoso quanto irrascibile nella sua apparente calma platonica plasmata da anni di ciuffo ribelle da scantonare su un lato della fronte.
Le magie delle sue naturali appendici ne resero un idolo a Genova sponda Samp e poi alla Lazio; quel talento sbocciò anche come mister per le quali ebbe un percorso preferenziale potendosi sedere sulla panchina della Fiorentina ancora acerbo e neppure patentato. Un talento anche in campo manageriale visto evidentemente anche nei momenti duri (chiamiamoli così almeno professionalmente) è riuscito ad accaparrarsi buone uscite che i presidenti ancora non dimenticano.
L’Inter gli pagò due anni senza farlo sedere in panchina dopo l’esonero (8 milioncini) più la buona uscita che li permise di accasarsi nel 2009 al City (altri 11 milioncini); ora lo sceicco locale dopo una Fa Cup vinta nel 2011 ed un Premier conquistata all’ultimo minuto della scorsa stagione (dopo 43 anni ..roba da far piangere i fratelli Gallagher) decide che è tempo di cambiare pagina. Una pagina che però ha ancora scritto a chiare lettere il contratto del Mancio che per lasciare la piovosa inghilterra si dice abbia contrattato tra i 7 ed i 10 milioni di sterline. Un dispiacere che non ha prezzo!! Per lui si parla ora di Paris Saint Germain , Monaco, Inter e clamoroso anche il Milan.
Io fossi la Camusso lo assumerei come consulente per la negoziazione dei Contratti di Categoria Nazionale.
Sono lontani i tempi di questo servizio di 30 anni orsono: Mancini goal amore e fantasia!
I’ll never say goodbye..però se proprio devo 🙂